Fotografia dello scenario del diabete in Italia

Gli Annali AMD sono un indispensabile raccolta dati “real life” che dal 2006 misurano il valore dell’assistenza diabetologica su tutto il territorio nazionale

Il progressivo aumento in incidenza del diabete mellito di tipo 2 (DM2) mette in luce l’importanza della consapevolezza della popolazione più a rischio e delle comorbidità associate per poter aiutare il clinico nell’individuare in maniera precoce la malattia al fine di garantire al paziente una diagnosi non tardiva e un approccio terapeutico efficiente.

A questo proposito, gli Annali dell’Associazione Medici Diabetologi del 2020 -Annali AMD 2020- analizzano i dati relativi all’assistenza diabetologica sul territorio nazionale nell’anno 2018. Grazie al lungo studio osservazionale longitudinale, gli annali AMD riportano i dati relativi a 473.740 pazienti con DM2 provenienti da 258 centri diabetologici italiani, al fine di fotografare al meglio l’approccio corrente diagnostico e terapeutico al DM2 in Italia, risaltandone cosi le potenzialità e gli aspetti da migliorare a livello gestionale, diagnostico e terapeutico.

Gli annali AMD 2020 mostrano che, nel corso del 2018, i nuovi accessi hanno rappresentato l’11,1% dei soggetti con DM2 visti nell’anno, in aumento rispetto al dato degli AMD 2018, anno della precedente pubblicazione degli annali AMD. A fronte di questo incremento però, la percentuale di nuove diagnosi (6%), è rimasta invariata rispetto al dato precedente. La discrepanza registrata tra l’aumento dei nuovi accessi e la stazionarietà del numero delle nuove diagnosi, probabilmente mette in luce il probabile ritardo di presa in carico del DM2, evidenziato dall’elevata percentuale di soggetti che giungono alla prima visita specialistica con diagnosi già nota, sottolineando la necessità di ottimizzare una precoce presa in carico del DM2 da parte dei servizi di diabetologia.

Cenni di epidemiologia- presenti negli AMD,2020 -mostrano che il DM2 in Italia ha un incidenza maggiore nel sesso maschile (57,1%), e, rispetto alla precedente edizione degli AMD, è in lenta ma graduale crescita rispetto al sesso femminile. L’età media della popolazione con DM2 è di 69,2±11,1 anni. Il 34,5% ha età compresa tra 65 e 75 anni e il 27,2% ha età compresa tra 75 e 85 anni. Rispetto all’edizione precedente, la quota di pazienti più giovani (<55 anni) rimane stabile attestandosi intorno al 11%. Al contrario, la classe di età superiore a 85 anni (5,7%) è in crescita, evidenziando l’importanza della scelta terapeutica soprattutto nel paziente anziano, evitando farmaci che inducono ipoglicemie e valutando anche in base alla funzione renale del paziente.

Inoltre, Gli annali rimarcano che il controllo del profilo lipidico, soprattutto per quanto riguarda i livelli di LDL, rimane un obiettivo fondamentale per minimizzare il rischio cardiovascolare nel paziente con DM2. I dati indicano che I livelli medi di colesterolo totale e LDL risultano adeguati. Il 63,5% dei pazienti con DM2 presenti valori di colesterolo LDL inferiori a 100 mg/dl (di cui il 25,9% sotto 70 mg/dl) e solo in una quota minima di pazienti si osservano livelli superiori a 160 mg/dl. Un dato assolutamente positivo è l’aumento di 10 punti percentuali, rispetto agli annali precedenti, dei pazienti con valori di colesterolo LDL <100 mg/dl.

Inoltre, è altrettanto essenziale Il controllo dell’ipertensione arteriosa soprattutto per prevenire complicanze a livello cardio-renale. I valori medi della pressione arteriosa nella popolazione di pazienti con DM2 degli Annali 2020 appaiono controllati, infatti sul totale dei monitorati nell’anno 2018, il 53,5% con DM2 mostra valori pressori a target sia per la pressione arteriosa sistolica (PAS) che diastolica (PAD). In particolare, un 55% dei pazienti mostra una PAS inferiore a 140 mmHg e un 80,7% presenta valori di PAD inferiori a 80 mmHg.

Infine, essendo la malattia renale cronica uno dei principali fattori di rischio non solo di evoluzione verso l’insufficienza renale terminale ma anche di malattia cardiovascolare, sempre maggiore attenzione è rivolta alla funzionalità del rene allo scopo di ridurre il trattamento dialitico nei pazienti affetti da DM2. I dati sulla funzione renale, valutata come filtrato glomerulare (GFR), mostrano che la quota di pazienti con DM2 con valori di GFR <60 ml/min/1.73 m2, indicatore di malattia renale cronica oltre il terzo stadio, è pari al 29,1%, in aumento rispetto al valore riportato negli Annali 2018 (26,1%), mentre, la quota con GFR<30 ml/min è quasi raddoppiata (dal 3,9% del 2016 al 7,1%). Questi dati potrebbero essere spiegati dal sempre maggiore invecchiamento della popolazione e della conseguente maggiore incidenza di complicanze a livello renale. In base a ciò, è necessario sottolineare l’importanza di una connessione sinergica tra diabetologi, nefrologi e medici di medicina generale nella valutazione del paziente diabetico con danno renale allo scopo di creare una forte consapevolezza sulla terapia diabetica ad hoc, prendendo in considerazione farmaci antidiabetici in grado di rallentare l’evoluzione del danno renale grazie alla loro azione di nefroprotezione.

Condividi

Articoli collegati