I benefici dell’attivita` fisica sono ormai acclarati, nonostante cio` persistono difficolta` nell’implementazione dell’esercizio fisico nelle persone con diabete cosi` come nella popolazione generale. Per prima cosa e` indispensabile chiamare ogni cosa con il proprio nome.....ecco gli “ingredienti” del movimento...
Per attivita` fisica si intende il movimento corporeo prodotto dalla contrazione di muscoli scheletrici che richieda una spesa energetica in piu` rispetto alla spesa energetica a riposo1-2.
L’esercizio fisico e` il movimento corporeo programmato, strutturato e ripetuto, eseguito allo scopo di migliorare o mantenere una o piu` componenti in buona forma fisica1-2.
Per esercizio aerobico si intende l’insieme di movimenti ritmici, ripetuti e continui degli stessi grandi gruppi muscolari per almeno 10 minuti ciascuno. Gli esempi comprendono camminare, andare in bicicletta, corsa lenta, nuoto, esercizi aerobici acquatici etc1-2.
Per esercizio contro resistenza si intende attivita` che utilizzano la forza muscolare per muovere un peso o lavorare contro un carico che offre resistenza1-2.
Il costo metabolico dell’attivita` fisica puo` essere stimato in MET secondo la relazione 1MET = 3,5 ml O2/Kg/min oppure 1MET = 1Kcal/Kg/h. Il consumo di 1MET/kg/h corrisponde a quello della condizione di assoluto riposo (metabolismo basale)1-2. Qualunque altra attivita` fisica determina un consumo calorico pari ad un multiplo di 1MET/kg/h, a ciascuna attivita` fisica corrisponde un dato numero di METs.
Il volume di attivita` fisica si esprime in METs/h/sett e si ottiene sommando i METs/h di ciascuna attivita` per la durata in ore delle stesse 1-2.
Per “intensita` dello sforzo” si intende la misura del grado di attivita` fisica svolta che puo` essere classificata in lievi/leggere, moderate e vigorose 4-5.
La VO2 max rappresenta la capacita` aerobica massima; dipende, ovviamente, dal grado di allenamento e dalle capacita` respiratoria e cardiovascolare. E’ una funzione “allenabile”, per semplicita` corrisponde alla FCMT (Frequenza Cardiaca Massima Teorica) che si calcola con la formula di Karvonen1-2.
Le linee guida per la cura del diabete mellito redatte dalle Societa` Scientifiche Italiane: AMD (Associazione Medici Diabetologi) e SID (Societa` Italiana di Diabetologia), raccomandano l’attivita` fisica sia nella prevenzione che nella cura del diabete.
Elencati gli “ingredienti” giusti, ecco le “ricette” del movimento...
Muoversi per prevenire...nelle persone che sono a rischio di sviluppare il diabete, svolgere attivita` fisica regolare per 20-30 minuti al giorno oppure 150 minuti a settimana ed evitare il sovrappeso sono i mezzi piu` appropriati per ridurre il rischio d’insorgenza della malattia1.
Muoversi per curare...per migliorare il controllo glicemico, ridurre il rischio di complicanze del diabete e sentirsi in forma sono consigliati:
- almeno 150 minuti a settimana di attivita` fisica aerobica di intensita` moderata (ossia 50-70% della frequenza cardiaca massima) e/o
- almeno 90 minuti a settimana di esercizio fisico intenso (>70% della frequenza cardiaca massima)1 nelle persone che non hanno controindicazioni a svolgere esercizio fisico intenso,
- l’attivita` fisica deve essere distribuita in almeno 3 giorni a settimana e non ci devono essere piu` di 2 giorni consecutivi senza attivita`1,
- si puo` praticare esercizio contro resistenza 3 volte a settimana in combinazione con l’attivita` fisica aerobica 1, a meno che non ci siano complicanze del diabete o altre malattie associate che lo controindichino.
Tuttavia e` indispensabile definire il programma di esercizio fisico con il proprio diabetologo il quale sapra` consigliare il tipo di attivita` fisica e l’intensita` dello sforzo piu` adeguati per ogni singola persona, in pazienti anziani e a piu` alto rischio cardiovascolare, ad esempio, e` necessario fare attenzione agli esercizi contro resistenza e ad alta intensita` che, in alcuni casi, sono controindicati 3.
BIBLIOGRAFIA